L'Onda è l'operazione inversa rispetto a quello che avevo tentato con L'isola dei fantasmi. Qui un evento drammatico come l'inondazione delle aree golenali del fiume Po viene ritratto con immagini minimaliste di grande e paradossale serenità (nell'altro caso il paesaggio aspro ma pieno di bellezza dell'Isola di Capraia veniva raffigurato come ominoso e denso di minacce incombenti). 
Procedendo nel guardare le immagini, infatti, si acquista un sempre maggiore sentimento di normalità nel vedere alberi che crescono nell'acqua, come fosse normale. Sono le aree di golena, cioè quelle aree poste ai lati dei fiumi per consentire il passaggio di flussi di piena. In esse è vietato costruire fabbricati ma sono ampiamente utilizzate come aree per pic-nic, parchi giochi ed altro. Sono delimitate, almeno in questo caso, da alti argini che impediscono all'acqua di allagare i comuni posti sulle rive del fiume. Ma l'acqua cresce inesorabilmente dall'inizio alla fine. 
Un'altra particolarità è la presenza di latifoglie con la chioma ancora presente e spesso di colore verde, a testimoniare la sovrapposizione tra le stagioni, che rappresenta l'ennesima riprova del cambiamento climatico in atto. 
Nel 1951 e nel 1966 piene simili a questa, ma disastrose per gli esiti, fecero vittime e lasciarono la gente senza casa per mesi. Oggi la presenza di queste opere idrauliche rende possibile un discreto livello di sicurezza lungo tutto il corso del fiume. Solo gli anziani guardano con inquietudine il livello dell'acqua che sale, mentre le generazioni più recenti danno per scontato che lavoro fatto salverà loro e le loro cose. 
Siamo riusciti a controllare un fiume di questa dimensione mentre non si riesce ancora a controllare piccoli torrenti che esondano ed esigono il loro tributo tra danni e vite umane, come si vede periodicamente in Liguria, in Toscana ed un po' in tutta Italia. 
Non ci sarà nessun’arca a raccoglierci. 
Foto realizzate durante la piena di Novembre 2019

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